“L’eremita tra la folla” di Alberto Bonomo per egoEdizioni
L’eremita è silenzioso tra la folla, ma la folla urla nella sua testa. La sensazione è quella di non riuscire a controllare questo caos, ma la voglia più profonda è quella di gridare ancora più forte.
Questi versi sono lontani dal rappresentare la solita melensa storia di indecisione e confusione tipiche del trentenne che si dimena lunatico tra gli sbalzi emotivi della sua età, venendo piuttosto a costituire la consapevole e disarmante distanza di un uomo rispetto a quanto dovrebbe, in realtà, appartenergli: il suo presente.
È la storia di quanti, per anni, hanno sognato ma anche e soprattutto lavorato e lottato per quel sogno, ma che oggi assistono al suo lento ed inesorabile sgretolarsi sotto i colpi dell’indifferenza e dell’insolenza di chi quella folla gestisce, ma non governa,
È la storia di chi ha creduto in qualcosa e di chi, in fondo, vuol crederci ancora. Di chi si ferma a sedere sulla sua spiaggia e che, per non volare via, resta aggrappato ad un pugno di sabbia bianca, immaginando di trovare la propria forza nello sguardo severo e compassionevole di quelle piccole isole che si stagliano fiere all’orizzonte e che sembrano, da sole, sostenere il peso del cielo.
dalla prefazione di Francesco Capria
Biografia dell’autore
Alberto Bonomo nasce a Messina in una calda giornata il 28 luglio del 1983. Dopo aver conseguito la maturità scientifica prosegue gli studi presso la facoltà di Giurisprudenza della stessa città sullo Stretto. La passione per l’arte fotografica e la poesia emerge con prepotenza in un periodo particolare della sua vita che coincide con il suo trasferimento a Milano per motivi di studio. Un periodo segnato da un grande viaggio riflessivo dentro se stesso, alla scoperta di ciò che risiedeva sopito all’interno della sua anima e che aspettava solo di esplodere con fragore. Qualcosa di cui probabilmente non avrebbe più potuto fare a meno. Scrivere e scattare sono parte essenziale del suo benessere interiore, anche se a volte si può toccare con mano un “male di vivere” propedeutico al messaggio che lui stesso cerca di trasmettere. Viaggiare sempre su un doppio binario in cui l’occhio si fonde con le labbra, la luce esalta la parola e viceversa. Non luoghi in cui la gioia vive solo nel dolore. La sua terra, il suo mare, il suo sole sono la sua culla. Può capitare di sentire il profumo della Sua Sicilia leggendo versi che non di rado nascono li dove l’onda si infrange.
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