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“Il Cavaliere di Fuoco”, di Renata Morbidelli – Recensione

Renata-Morbidelli“Il Cavaliere di Fuoco” di Renata Morbidelli – Recensione

a cura di Elisabetta Bagli

Mi sono apprestata alla lettura del libro “Il Cavaliere di Fuoco” di Renata Morbidelli con molta curiosità, in quanto l’autrice, che seguo da tempo, ha un modo di scrivere particolare e molto accurato. Volevo capire se una lettrice come me, un po’ lontana dalle letture fantasy, poteva riuscire ad appassionarsi a un genere poco presente nelle sue librerie. Devo dire che non sono stata delusa. Nel libro di Renata Morbidelli, infatti, non si respira solo la magia delle storie che fra di loro s’intersecano, ma anche e, soprattutto, la magia delle parole sapientemente miscelate in una scrittura lineare, chiara e accattivante che rende l’intera opera davvero gradevole da leggere. Ho sussultato e pianto, ho riso e mi sono anche innamorata del Gatto mistico… possibile? Sì, se si legge un libro davvero ben strutturato come questo.

Non posso raccontarvi l’intera storia in ogni suo anfratto, perché altrimenti rischierei di scrivere di nuovo il libro; per questo c’è già Renata da leggere e ve lo consiglio vivamente. Ma mi voglio soffermare sulle varie sfaccettature morali, etiche e sociali della storia, perché ne “Il Cavaliere di Fuoco” non è solo la forza dell’amore (rappresentato nei diversi poteri attribuiti alle tre protagoniste femminili Astéris, Dàrganiel e Korìllis), che può tutto contro tutti, bensì vi è soprattutto l’esaltazione della diversità e la sua relativa accettazione. I vari personaggi che costellano la storia (Elfi, Nani, Nobili, Esseri Umani, streghe, lupi, gatti) non sono solo la rappresentazione di un mondo fantastico, frutto della fervida immaginazione della scrittrice, ma sono anche la rappresentazione di un mondo nel quale le varie speci possono convivere in armonia e aiutandosi l’un l’altra. Tali personaggi si sono incontrati e scontrati lungo tutto il percorso del libro e, alcuni di essi, si sono anche amati, rivelando che è possibile accettare chi è diverso da noi, pur mantenendo le proprie caratteristiche che lo rendono unico e inimitabile. Tale aspetto è di estrema importanza nella società odierna nella quale lo scopo principale è proprio quello di eliminare la schiavitù dell’apparenza, sebbene spesso, attraverso l’omologazione della bellezza esteriore e interiore (il dramma odierno è proprio questo, che si sta cercando di intervenire anche sull’anima delle persone che invece dovrebbe essere la sua essenza più pura e intoccabile), non si riesca a raggiungere e, anzi, si rischia di ottenere il risultato opposto. Un altro aspetto che mi ha colpito è stata la necessità del viaggio, inteso, come in ogni leggenda, come un viaggio di ricerca interiore, di ricerca delle origini. I protagonisti solcano i mari  del Nord con navi di fortuna arrivando in Inghilterra, sulle coste della Francia e persino in Spagna, alla volta di Málaga.  Il tutto per far riunire le tre Streghe, le uniche capaci di sconfiggere Mèlankar, uno spietato aguzzino che voleva avvolgere tutto l’Impero nelle Tenebre. È nel viaggio che si snodano ricordi, sogni, premonizioni, che si comprende realmente quali sono i doni, le loro potenzialità, l’amicizia, l’amore. Il viaggio è un ritorno al passato, per preparare un futuro ricco di serenità e di Luce, lontani dalle Ombre Oscure del Male.

Renata Morbidelli mi ha dato esattamente quel che cercavo in un libro fantasy, coraggio, suspence e magia con un pizzico d’amore che regala emozioni e sorrisi. Da leggere e rileggere.

Elisabetta Bagli

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